mercoledì 18 dicembre 2019

Natale tra le note

Gli alunni dell' IC "Moro-Pascoli augurano a tutti 
un sereno Natale
      
Concerto di Natale- Scuola secondaria
Parrocchia di S. Michele Arcangelo
Un Natale in armonia, come le voci che si uniscono in un coro


Un momento di riflessione su valori e scelte

Slitta di Babbo Natale- Plesso Moro











venerdì 13 dicembre 2019

Festa della solidarietà 2019


Gli alunni dell'I.C. "Moro -Pascoli" incontrano il Questore di Caserta Antonio Borrelli

Le nostre domande:


1   Sono un ragazzo di 13 anni e frequento la terza media. Come tutti i miei amici mi interrogo sul mio futuro e ho tanti sogni nel cassetto che vorrei realizzare. Io ad esempio vorrei diventare un chirurgo e mi impegno tanto per raggiungere il mio obiettivo, anche se so che non sarà facile. E lei, che oggi è un questore,  ci può dire se questo era il suo sogno da ragazzo o è subentrato successivamente? C’è stato un episodio, un avvenimento che l’ha spinta ad intraprendere questo lavoro?

     
    Ragazzi, io voglio dirvi una cosa, sognate ed impegnatevi per realizzare i vostri sogni. Sì, da ragazzo il mio sogno era proprio questo e ci sono riuscito. Nella mia famiglia non c'erano  persone che già lavoravano in quest'ambiente, nelle Forze dell'Ordine. Io ero il secondo figlio in una famiglia semplice e numerosa. Sono io il primo ad aver intrapreso questa carriera. Perciò vi dico che i sogni si avverano e che tutto è possibile. Basta crederci.

Sicuramente la sua giornata lavorativa sarà molto lunga e pesante; il suo lavoro, oltre ad essere molto impegnativo e pieno di responsabilità, la porta a dover affrontare tanti problemi di ogni tipo per combattere la criminalità e garantire la legalità. Le capiterà di pensare alla sua famiglia, ai suoi cari che l’aspettano a casa o che stanno in ansia per lei. Come affronta questi pensieri?

Sapete in che modo combatto questi pensieri? Pensando che siamo tutti un'unica grande famiglia, voi siete la mia famiglia, siamo una comunità e ciascuno ha dei doveri. Il senso del dovere dona grande entusiasmo e voglia di fare, lo sanno bene le vostre insegnanti che ci si sente ripagati di tanti sacrifici.

Dalle indagini statistiche del 2019 sulla criminalità nelle città italiane emerge la posizione di Caserta come città a rischio per molti reati: omicidi e tentati omicidi, furti ( in particolare di automobili), rapine, estorsioni e usura, associazioni per delinquere di tipo mafioso, riciclaggio di denaro. Questi dati sono collegati all’antica tendenza a non denunciare, a essere omertosi. Cosa si può fare per cambiare mentalità e trasformare la nostra provincia in un territorio più sereno e vivibile?

Vi dico solo una parola: denunciate. Se vedete qualcosa che non va, non abbiate paura, parlate; è il solo modo per risolvere i problemi.

Durante la sua carriera si è occupato di tanti problemi: dall’emergenza rifiuti alla criminalità organizzata, agli sbarchi degli immigrati. In una sua intervista lei ha detto che “ il fenomeno dell'immigrazione va affrontato col cuore” e che “ non sai di cosa parli finché non assisti ad uno sbarco”. Ci può raccontare questa sua esperienza e le emozioni che ha provato?

Vero, mi è capitato di dire che bisogna usare il cuore soprattutto per affrontare problemi così delicati come quello dell'immigrazione. L'accoglienza è un dovere e noi non dobbiamo mai dimenticare il valore dell'accoglienza.  Solo chi vede la sofferenza negli occhi di chi ha affrontato un viaggio pericoloso e ha sofferto prima di arrivare qui in Italia può capire la loro condizione. Non bisogna confondere l'accoglienza con l'illegalità. Le leggi esistono e vanno rispettate, questo è indubbio, ma ciò non mette in discussione l'importanza di accogliere l'altro. 


Stasera, in questo teatro,  sono presenti tanti giovani, ragazzi e ragazze che  diventeranno i cittadini del domani. Le chiediamo: che messaggio lascia a tutti noi alla fine di questo bellissimo incontro?

Vi voglio lasciare questo messaggio: studiate, studiate, studiate! E' importantissimo per diventare veri cittadini capaci di pensare e di agire . L'ignoranza è il male peggiore, che va combattuto, l'educazione e l'istruzione sono un'arma potentissima per migliorare il mondo.

lunedì 2 dicembre 2019

Lettera a Giacomo Mazzariol, Autore del libro "Mio fratello rincorre i dinosauri"


Carissimo Giacomo Mazzariol, 
ti ho scritto questa lettera per il semplice motivo che ti ho scoperto durante le lezioni del  mio nuovo anno scolastico. Sì, lo so, potrebbe sembrare strano ma è esattamente così, perché la prof di italiano ci disse che quest’ anno avremmo letto dei  libri. Circa 2 mesi dopo siamo andati in una sala con la Lim,  che sarebbe una lavagna interattiva, e abbiamo visto la copertina del tuo libro ‘’ Mio fratello rincorre i dinosauri”. 
Io all’ inizio non ero poi così interessato quando la prof si mise a spiegare, ma appena alzai lo sguardo vidi questa copertina per la prima volta: era tutta verde, con il tuo nome e il titolo, e un bambino che cercava di prendere una mela. Poi arrivò il momento che vidi la frase ‘’Un cromosoma in più”. Quella frase mi fece riflettere molto sul contenuto del libro. Successivamente, una settimana dopo, visto che mi eccitai tanto dalla copertina (sì, lo so che non si giudica un libro dalla copertina) però non potevo aspettare, quindi lo comprai da Amazon ‘’shop online ‘’ e mi arrivò il giorno dopo a casa. Appena tornai da scuola alle 2:20 circa, iniziai a leggerlo e rileggerlo. Leggendo c’è stata una frase che mi ha stupito che sarebbe l'episodio in cui trovasti un libro e vedesti la foto di un bambino molto simile a Giovanni, se non lui, cercando spiegazioni del perché non ti avessero spiegato perché Giovanni era molto diverso. 
Una volta averti detto tutto del perché sto leggendo ancora questo libro, secondo me é arrivato il momento di farti una domanda: perché hai scritto questo libro cioè intendo perché hai deciso di rendere pubblica questa cosa del tuo rapporto con Giovanni?
Quindi chiudendo il discorso libro, spero tantissimo che tu mi risponda, sempre se questa lettera sarà mai mandata, di questo non ne sono sicuro, ma sappi che se non la mando con la scuola la mando da solo. Tanti saluti a te e a Giovanni .

Carlos Capuano
II D


 Immagina di essere Innocenzia e descrivi una lettera ai delegati del vertice di Johannesburg.  Tieni presente  questi tre punti:


1 Ti presenti e descrivi la tua esperienza di vita e al Summit;
2  Esponi  problemi emersi;
3   Suggerisci soluzioni . Concludi con un ultimo appello



                                                                                                                                                                      
Johannesburg                                                                                  8 Novembre 2019                                                                                                                                                                                                                                                                            
Egregi signori  membri  
del Summit internazionale,                                      

Sono una ragazzina di 15 anni e mi chiamo Innocentia. Io vivo nella città di Soweto a Johannesburg. Nel quartiere dove vivo non ci sono alberi ma solo tante ceneri di polveri. Io non sono mai uscita dalla mia casa,  ma so che fuori da qui ci sono altri posti del mondo, alcuni anche migliori del mio. 

Io partecipo al Summit, un’associazione che fa riunire alcuni ragazzi come me e con i miei stessi problemi. Al Summit ho conosciuto tanti ragazzi: Melissa, che abita a Londra, una città bellissima ma piena di smog; Lungile che ha il papà camionista e con lui ha viaggiato e ha visto che la gente di campagna era gialla  perché beveva acqua sporca. Insieme al Summit riflettiamo su alcuni problemi che affrontate anche voi nelle vostre riunioni. Le più importanti sono la lotta contro l’ignoranza, la lotta contro l’inquinamento per assicurare a tutti acqua pulita e cibo, e che gli alberi diventino di più. 

Anche se sono solo una ragazzina vorrei darvi dei consigli:  non litigate fra voi per decidere dei cambiamenti e che questi siano concreti e non astratti poiché noi il cambiamento non lo vediamo. Gli adulti del nostro quartiere si sono dati da fare per ripulirlo e adesso viviamo in un ambiente migliore.

Spero che queste parole vi siano servite per riflettere.

Cordiali saluti 
Innocentia

Federica Tripaldella I D