Festa della solidarietà 2019
Gli alunni dell'I.C. "Moro -Pascoli" incontrano il Questore di Caserta Antonio Borrelli |
Le nostre domande:
1 Sono un ragazzo di 13 anni e frequento la terza media. Come tutti i miei amici mi
interrogo sul mio futuro e ho tanti sogni nel cassetto che vorrei realizzare.
Io ad esempio vorrei diventare un chirurgo e mi impegno tanto per
raggiungere il mio obiettivo, anche se so che non sarà facile. E lei, che oggi
è un questore, ci può dire se questo era
il suo sogno da ragazzo o è subentrato successivamente? C’è stato un episodio,
un avvenimento che l’ha spinta ad intraprendere questo lavoro?
Ragazzi, io voglio dirvi una cosa, sognate ed impegnatevi per realizzare i vostri sogni. Sì, da ragazzo il mio sogno era proprio questo e ci sono riuscito. Nella mia famiglia non c'erano persone che già lavoravano in quest'ambiente, nelle Forze dell'Ordine. Io ero il secondo figlio in una famiglia semplice e numerosa. Sono io il primo ad aver intrapreso questa carriera. Perciò vi dico che i sogni si avverano e che tutto è possibile. Basta crederci.
Sicuramente
la sua giornata lavorativa sarà molto lunga e pesante; il suo lavoro, oltre ad
essere molto impegnativo e pieno di responsabilità, la porta a dover affrontare
tanti problemi di ogni tipo per combattere la criminalità e garantire la
legalità. Le capiterà di pensare alla sua famiglia, ai suoi cari che
l’aspettano a casa o che stanno in ansia per lei. Come affronta questi
pensieri?
Sapete in che modo combatto questi pensieri? Pensando che siamo tutti un'unica grande famiglia, voi siete la mia famiglia, siamo una comunità e ciascuno ha dei doveri. Il senso del dovere dona grande entusiasmo e voglia di fare, lo sanno bene le vostre insegnanti che ci si sente ripagati di tanti sacrifici.
Dalle
indagini statistiche del 2019 sulla criminalità nelle città italiane emerge la
posizione di Caserta come città a rischio per molti reati: omicidi e tentati
omicidi, furti ( in particolare di automobili), rapine, estorsioni e usura,
associazioni per delinquere di tipo mafioso, riciclaggio di denaro. Questi dati
sono collegati all’antica tendenza a non denunciare, a essere omertosi. Cosa si
può fare per cambiare mentalità e trasformare la nostra provincia in un
territorio più sereno e vivibile?
Vi dico solo una parola: denunciate. Se vedete qualcosa che non va, non abbiate paura, parlate; è il solo modo per risolvere i problemi.
Durante la
sua carriera si è occupato di tanti problemi: dall’emergenza rifiuti alla
criminalità organizzata, agli sbarchi degli immigrati. In una sua intervista
lei ha detto che “ il fenomeno dell'immigrazione va affrontato col cuore” e che
“ non sai di cosa parli finché non assisti ad uno sbarco”. Ci può raccontare
questa sua esperienza e le emozioni che ha provato?
Vero, mi è capitato di dire che bisogna usare il cuore soprattutto per affrontare problemi così delicati come quello dell'immigrazione. L'accoglienza è un dovere e noi non dobbiamo mai dimenticare il valore dell'accoglienza. Solo chi vede la sofferenza negli occhi di chi ha affrontato un viaggio pericoloso e ha sofferto prima di arrivare qui in Italia può capire la loro condizione. Non bisogna confondere l'accoglienza con l'illegalità. Le leggi esistono e vanno rispettate, questo è indubbio, ma ciò non mette in discussione l'importanza di accogliere l'altro.
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