giovedì 20 dicembre 2018

ISpanica: riflessioni


Se io dovessi scrivere qualcosa da dire ai visitatori, direi sicuramente di partecipare a questa mostra. E' un'esperienza da fare, da non perdere; ci sono tante opere, ognuna con un proprio significato, realizzate da autori italiani e spagnoli. Le opere che mi hanno colpito di più sono quelle riguardanti le donne. In particolare, due quadri rappresentano due donne che hanno una maschera, il trucco, la bocca chiusa, sigillata, sottomessa al silenzio. Il loro viso è appesantito dal tanto trucco, forse per coprire i segni provocati dalla violenza. Rappresentano una donna forse con mille sogni, che vuole nascondere il suo dolore, le sue sofferenze,  che ha paura di farsi notare così com'è. La donna è la creatura più bella che c'è sulla Terra, non dovrebbe subire violenza, non dovrebbe essere maltrattata, trattata come uno straccio vecchio, come delle Converse ormai da buttare. Dovrebbe essere trattata invece come un gioiello prezioso, come un fiore appena sbocciato o che sta per sbocciare e quindi ha bisogno di essere  curato e nutrito. In quei quadri la donna rappresentata l'ho immaginata stanca, abbattuta, forse per le botte subite o per le ferite provocate da un danno psicologico.  I danni psicologici sono peggiori della violenza, molte volte sono danni irreparabili, si pensa sempre alle offese ricevute e alla persona che le ha pronunciate.
Gaia Melone
III D
L’arte qui a Casagiove non manca.
Questa mattina (14/12/18)abbiamo visitato una mostra ai Quartiere Borbonico : la mostra “ISPANICA” , con opere di alcuni artisti italiani e spagnoli .
Appena entrata notai dei colori sgargianti che venivano accentuati dallo sfondo nero.  Era un quadro con tante bocche diverse sia dal punto di vista del colore che dalla forma insieme a delle macchine che sono l’emblema dell’ uomo e in particolare una bocca che aveva una “lingua” di serpente che indica la cattiveria e le persone che feriscono parlando. La seconda opera che ha attratto la mia attenzione  rappresenta un  uomo che si racchiude in sé stesso, completamente nudo, quindi spoglio di tutto, ma non lascia vedere la sua nudità e secondo me rappresenta paura e chiusura per proteggersi dal mondo esterno. In seguito abbiamo visto più fogli uniti con dei fiori che erano formati con una tecnica fatta con gli acquerelli. 
Quest’ opera in particolare mi è piaciuta non solo per i colori e le sfumature che dal blu passavano al viola e al fucsia, ma anche per  le frasi che erano scritte in spagnolo e tradotte in italiano e queste frasi parlavano soprattutto delle donne come “NON SONO LA TUA BAMBOLA”. Un’altra opera molto significativa e  bella riguarda  sempre le donne. Quest’ opera rappresenta due donne mascherate da  scheletro che si lega molto con lo spagnolo con “LOS DIAS DE LOS MUERTOS “. Queste donne conoscono il dolore ma sembrano essere forti e non volersi arrendere. Infine, l’ ultima opera che mi è rimasta impressa è il dipinto che raffigura due volti di giovani senegalesi che hanno uno sguardo perso e speranzoso che fa riflettere molto sull’ attualità di questi paesi poveri. Quest’ esperienza mi ha lasciato una buona impressione e un buon messaggio perché quelli che un giorno dovranno preservare idee e valori anche attraverso l’arte siamo noi.
d'Angelo Martina
III D

Settimana digitale
Dicembre 2018


Il viaggio della vita




Realizzato con Storyboard That

mercoledì 19 dicembre 2018

"ISpanica"



“Le mostre non vengono fatte per essere visitate,ma per essere vissute e sentite”

Il 14 Dicembre 2018 tre classi dell’Istituto G.Pascoli hanno partecipato alla mostra “Ispanica” che si è tenuta al Quartiere Militare Borbonico. Abbiamo avuto l’occasione di realizzare una lezione in modo “straordinario”perché incontrato tutte le tematiche che stiamo affrontando a scuola in modo molto originale.Personalmente ho riflettuto molto perché ogni opera mi ha trasmesso un significato che, anche se piccolo, mi ha fatto pensare. Appena arrivati c’erano tanti lavori artistici ad accoglierci realizzati da autori sia italiani che spagnoli(ecco il nome:Ispanica).
Coloro che hanno curato  la mostra ci hanno lanciato un messaggio: noi generazioni di oggi siamo gli adulti del futuro; per questo dobbiamo valorizzare le bellezze del nostro territorio già a quest’età. come per esempio il Quartiere Militare Borbonico, che nel tempo è stato  abbastanza trascurato. Ora illustrerò le opere che mi hanno colpito maggiormente:
1. Sulla destra,subito dopo l’entrata principale ho trovato un vero e proprio capolavoro. Questo quadro, realizzato direttamente su legno, è stato creato da una pittrice che ha voluto rappresentare la sofferenza umana.Quest’uomo è racchiuso in sé stesso ed esprime paura, rabbia, rancore e ciò si può notare dai muscoli che sprigionano una forza immensa, ma allo stesso tempo debolezza.
Non si sa cosa stia facendo, forse sta piangendo. Ma, in fondo, capitano anche a noi dei momenti di tristezza. Il fatto di piangere può avere due aspetti: quello positivo è che ci aiuta a sfogarci, mentre quello negativo è che ci fa star male, ci fa sentire inferiori in determinate circostanze. Mi suscita un forte sentimento che non riesco a decifrare nemmeno io, ma sicuramente della tristezza nel vedere quell’ uomo in queste condizioni.
2. Passiamo ad un’altra opera che mi ha lasciato con un sentimento di curiosità .Possiamo vedere una casa, o meglio una stanza, ovvero la cucina. Ma possiamo vederne solo un pezzo perché è presente una porta socchiusa dalla quale si intravedono dei mobili e una macchinetta del caffè. Non sappiamo chi lo sta cucinando e quindi chi e quante persone sono presenti in quell’ambiente. L’artista ci lascia immaginare: se fosse una casa con all’interno una famiglia gioiosa che la mattina si sveglia e trascorre un momento insieme a bere un caffè? E se invece fosse una casa piena di rabbia,violenza con una famiglia che ha un brutto passato alle spalle o che lo sta vivendo? Non si sa.
3. Alla mostra erano presenti anche  gruppi di opere che trattavano tematiche simili:la figura della donna.
Non molto tempo fa abbiamo scritto delle poesie riguardanti questa tematica molto toccante. Ecco, tutto ciò che abbiamo scritto lo ritroviamo qui: il viso che è stato truccato per nascondere dei segni, magari quelli della violenza. In particolare mi ha colpito la bocca, che è come se fosse cucita, perché ella ha perso la libertà di proferire parola. 

Collegate a questa abbiamo opere realizzate su semplici fogli A4. Dei fiori,come per indicare che le donne sono come fiori. Sono prima chiuse in sé stesse, poi, una volta che tutto si risolve, sbocciano e crescono più forti di prima. Sotto questi fiori erano trascritte delle frasi sia in spagnolo che in italiano e una che ricordo e che mi è rimasta impressa è: "Io non sono la tua bambola", come per dire: "Io non sono un tuo oggetto con il quale puoi fare quello che vuoi!"

Per concludere questo cerchio potrei descrivere altre due opere molto importanti, ma una in particolare ha attratto la mia attenzione. E’ stata realizzata in bianco e nero e rappresenta una donna pronta a partire verso un obiettivo. E’ quindi pronta a vincere e a dare il meglio di sé stessa.
4. Un altro mondo si è aperto davanti a noi per parlare dell’emigrazione-immigrazione .

Il primo è molto colorato e rappresenta per esempio un fiore,ma comunque in genere tanti oggetti o composizioni astratte. Parla dell’accoglienza. Dobbiamo farlo con chi è stato costretto a lasciare i proprio paese per vari motivi. Questi colori molto vivaci, accesi stanno a rappresentare le varie culture, lingue, tradizioni.
Un’altra opera soprannominata”Pro Fuga”mi ha colpito molto perché l’autore ha voluto mischiare dipinto e scultura.
E’ presente una scala che ha lo scopo di fornire qualcuno di cui non si conosce l’identità a scappare.E’ quindi un aiuto a fuggire da tanti problemi che colpiscono la vita di tante persone.
In basso la nave,come tante di quelle che attualmente solcano il mare e vanno verso una meta incerta, sempre se ci arrivano a questa meta. Ma quella mano dipinta su tela, che racconta tante cose, ma soprattutto la sofferenza e la disperazione di una persona che non chiede nient’altro che aiuto. Infine lei, un’opera che mi ha davvero stupita perché rappresenta il viso di due bambini del Senegal. Non si sa essi dove stiano guardando, cosa stiano facendo, ma il loro sguardo racconta tutta la loro storia.
Scialla Claudia
III D

giovedì 13 dicembre 2018



Oltre barriere linguistiche: storie a fumetti


Realizzato con Storyboard That

Lavoro realizzato da:
Oleksiuk Nadiia
Mohrat Sawsan Adnan

mercoledì 5 dicembre 2018

Giornata della diversabilità


Il 03/12/2018 si è svolta la giornata della diversabilità  presso l’Istituto Comprensivo "Moro Pascoli”. In codesta manifestazione i ragazzi delle seconde, con entusiasmo ed impegno, hanno esposto le proprie riflessioni  riordinandole in un power point. Ogni classe ha lavorato su un tema specifico ( il film Wonder, le barriere architettoniche, le paralimpiadi…). La giornata ha avuto inizio alle ore 11:00 con il discorso del Sindaco e dei docenti; successivamente ogni classe ha presentato il proprio lavoro. Abbiamo avuto il piacere di conoscere molti ospiti tra cui la signora Adele Di Gioia, accompagnata dai rappresentanti dell’associazione A.N.I.E.P. Per concludere  la giornata in bellezza e spensieratezza, i ragazzi delle seconde hanno cantato “Vengo anch’ io" di Enzo Jannacci  modificandone il testo secondo l’ argomento trattato. 
Fino ad ora non abbiamo mai riconosciuto il nostro essere fortunati, ma grazie a questa esperienza, abbiamo compreso le difficoltà che i diversamente abili affrontano ogni giorno.
 Noi tutti siamo unici e irripetibili. 
Speriamo in futuro di partecipare ad altre manifestazioni simili in modo tale che tutti possano capire e comprendere il vero messaggio che questa giornata vuole trasmettere.

LA DIVERSABILITA’ NON E’ UN LIMITE MA UN VALORE.
                                     

SCRITTO E IDEATO DA: Giorgia Russo, Giorgia Marino, Maddalena Del Monaco, Antonella Menditto - 
2 G

martedì 27 novembre 2018

Arte@scuola: La canestra di frutta di Caravaggio

Vi presentiamo alcuni dei lavori degli alunni della classe III D



Nei mesi di ottobre / novembre noi alunni della classe 3^D abbiamo analizzato un'opera pittorica molto bella: "La canestra di frutta" di Michelangelo Merisi, conosciuto come Caravaggio. Questo pittore del '600 ci è piaciuto molto per l'uso della tecnica del chiaro/scuro, per il rapporto tra le luci e le ombre nei suoi quadri.


In quest'opera, che è una natura morta, egli  rappresenta una cesta di frutta con dentro vari tipi di frutti autunnali come l'uva, la mela, il  limone, i fichi, arricchiti con delle foglie. Ciascuno di noi, ha riprodotto il dipinto dopo averlo osservato attentamente e  ha scelto se realizzarlo in bianco e nero o a colori, a seconda della propria creatività. Io ho scelto di farlo a colori, perché il colore arricchisce e rende l'opera più bella, anche se credo che sia più difficile. 

Dopo averlo completato, l'ho ritagliato minuziosamente e l'ho incollato sul foglio nero in modo che i colori risaltassero di più. 

Quest' attività mi ha aiutato ad osservare molto attentamente e ad avere un occhio critico nei confronti della realtà. Mi ha aiutato a comprendere le mie potenzialità ed accrescere i miei interessi. In futuro, mi  piacerebbe         approfondire questi studi.

Alba Sala
III D

venerdì 23 novembre 2018

Amici alberi

21 Novembre 2018

Molte volte dimentichiamo di alzare lo sguardo e di osservare la natura che ci circonda e di capire l'importanza dei nostri amici alberi.
Sono necessari perché:

  • forniscono ossigeno, indispensabile alla vita umana
  • attualmente si verificano frequentemente disastri ambientali  causati dal cambiamento climatico, come alluvioni, temporali, frane... La mancanza degli alberi aumenta il rischio di tali fenomeni.
  • Festa dell'albero- Plesso Basile- Scuola dell'Infanzia
  • basta interrompere un anello della catena ecologica per interrompere l'equilibrio di un ecosistema e quindi provocare l'estinzione di specie vegetali ed animali. 
Esistono anche altri problemi:
  • la cementificazione, dove avviene l'abbattimento degli alberi per costruire edifici
  • la deforestazione,  dove avviene l'abbattimento degli alberi per ricavare legname o avere campi coltivabili.

Festa dell'albero- Plesso Caruso -Scuola Primaria
Come è possibile dimenticare che, quando ci sono situazioni difficili per l'uomo, egli molto spesso decide di rifugiarsi e quindi  trovare conforto nella natura, come faceva Giacomo Leopardi?

In occasione  della Giornata degli alberi, che avviene il 21 Novembre, il nostro Istituto ha partecipato realizzando dei laboratori "ecologici".
Hanno partecipato gli alunni delle scuole dell'Infanzia, Primaria e Secondaria , con iniziative diverse in base all'età degli alunni.
Ad esempio, i bambini della scuola dell'Infanzia hanno seminato piantine utilizzando come vasi materiali riciclati, mentre gli studenti della Primario e della Secondaria  hanno piantato alberelli sia nei cortili dei rispettivi plessi, sia per le strade cittadine.

Scialla Claudia
Fusco Paolo
III D

giovedì 22 novembre 2018

Testo narrativo: impariamo a riassumere in sequenze attraverso il Digital Storytelling

I classici a fumetti
Il mito greco: Ade e Persefone


Made with Storyboard That

Classe I D

martedì 20 novembre 2018

Giornata dei diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza

Manifestazione Plesso Pascoli

20 Novembre 2018. Sono trascorsi 29 anni dal lontano 1989, anno in cui è stata sottoscritta la Convenzione Internazionale dei diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza.
Purtroppo, a distanza di tanto tempo, gli obiettivi di questo documento non sono stati ancora raggiunti e in ogni parte del mondo si assiste alla violazione dei diritti sanciti nelle carte internazionali.
Diritto al gioco- Plesso Caruso
Basti pensare ai bambini che vivono nei paesi in cui ci sono dei conflitti interni o dei regimi dittatoriali, ai bambini sfruttati nel lavoro e costretti a rinunciare alla loro infanzia, al fenomeno preoccupante delle spose bambine, al numero crescente dei minori non accompagnati nelle migrazioni recenti. Per non parlare del diritto all'istruzione, negato a tanti bambini e soprattutto bambine del mondo e quello alla salute ed ad una sana alimentazione, di cui si possono individuare aspetti preoccupanti sia nei paesi in via di sviluppo, sia in quelli più progrediti per ragioni diametralmente opposte. Purtroppo i dati in nostro possesso non sono confortanti neanche per quanto riguarda i paesi più sviluppati, dove si assiste ad un aumento della povertà e dove i casi di maltrattamento sui minori si verificano fin troppo frequentemente.
Il nostro Istituto anche quest'anno ha organizzato attività didattiche ed iniziative in tutti i plessi per approfondire la tematica dei diritti dei bambini e delle bambine. Gli alunni, guidati dalle loro insegnanti, hanno analizzato gli articoli della Convenzione e si sono cimentati in attività laboratoriali, lavorando in gruppi, per esprimere le loro riflessioni attraverso tutti i canali comunicativi. 

Albero dei Diritti- Plesso Basile




Molto interessante il contributo delle associazioni che collaborano con la scuola, che sono intervenute dimostrando l'impegno diretto del volontariato nel sociale e il valore vero del concetto di "cittadinanza".  
Di grande impatto l'intervento dell'Ing. Giuseppe Vozza, rappresentante dell'Agesci, che ha raccontato le pagine più significative dell'esperienza vissuta la scorsa estate dai ragazzi scout di Casagiove in Senegal, mostrando le foto scattate dai ragazzi stessi. Un'esperienza unica, che ha visto coinvolti tanti ex alunni della scuola e che ci è sembrata particolarmente utile alla crescita personale delle giovani generazioni.
Concludiamo augurandoci che queste iniziative possano rappresentare un piccolo passo sulla strada della consapevolezza e dell'impegno responsabile, in modo da far sì che le leggi non siano solo documenti su carta ma vengano realizzate con pienezza.

Prof.ssa Gravante Savina


venerdì 16 novembre 2018

I "Classici" a fumetti: Romeo e Giulietta

di William Shakespeare

Lavoro realizzato da: d'Angelo Martina, Corimbo Vincenzo, Mingione Marco, Scialla Claudia della classe III D

     Convenzione dei diritti dell'Infanzia                                      

  Art. 19: “Nessuno dovrebbe farti del male in nessun modo. Gli adulti dovrebbero assicurarsi  che tu sia protetto da abusi, violenze o negligenze. Nemmeno i tuoi genitori hanno il diritto di farti del male.”

Nell'articolo 19 vengono adottate tutte le misure legislative, sociali ed educative per tutelare il fanciullo contro ogni forma di violenza, brutalità fisica o mentale, di abbandono o di negligenza, di maltrattamento o sfruttamento da parte di adulti, genitori, tutori o estranei. 
Questo articolo è molto chiaro: gli adulti dovrebbero garantire a noi bambini un’infanzia serena e felice e proteggerci. Molte volte non è così; sono proprio gli adulti a far del male ai bambini con violenze fisiche o mentali, sfruttandoli nel lavoro, rubando loro la spensieratezza e la gioia.
La violenza è una cosa che nessun bambino dovrebbe provare direttamente né  indirettamente.
Molte volte si pensa che le violenze possano essere commesse solo da persone estranee, invece molto spesso vengono commesse da persone che frequentano il bambino. 
La violenza psicologica non lascia segni come lividi, segni di schiaffi , ma lascia dei segni che fanno più male di pugni e schiaffi e restano nell'anima.
La violenza peggiore, secondo me, è la violenza dei genitori sui propri figli, perché non capisco come un genitore possa picchiare il proprio figlio, fino a farlo star male.
Le vittime di violenza hanno tutti lo stesso atteggiamento: spesso rimangono in silenzio per paura delle conseguenze e addirittura provano senso di colpa per quello che è accaduto.
Ritengo che questa Convenzione sia stata ed è utilissima per salvare i poveri bambini che soffrono di maltrattamenti di qualunque tipo. Per aiutare il bambino a parlarne e farlo sentire al sicuro sarebbe opportuno creare  degli spazi nelle scuole per degli psicologi,  in modo che il bambino possa aprirsi e superare le sue paure.
                                                                                                                                                                                       Classe ID

martedì 13 novembre 2018

Favole per riflettere

 Corsa di Primavera

Nel bosco “Mille Fiori” ogni anno si festeggiava l'arrivo della primavera con corse nei campi, scalate di alberi e scavi di buche.Le lepri avevano sempre vinto ogni corsa e in particolare un leprotto molto snello ed elegante, ma tanto altezzoso. Quell’anno volle partecipare anche la piccola Roberta, una coniglietta un po’ paffutella con una macchietta nera attorno all’occhio blu sinistro. 
Quando iniziò la gara, tutti i leprotti incominciarono a ridere ed Ernesto, il leprotto altezzoso, le disse: “Ma ti sei vista? Sei goffa, dove vuoi andare?” Roberta non rispose e si mise in posizione. Quando iniziò la gara, tutte le lepri corsero davanti a Roberta e così si trovò molto indietro. Ad un certo punto, si sentirono tanti spari. Erano i cacciatori appostati sulla collina che sparavano alle lepri.
Quando Roberta arrivò in quel punto gli spari erano ormai cessati. C’era anche Ernesto, ferito ad una zampa. Roberta, allora, lo prese e lo mise sul suo dorso e gli disse: “Tranquillo Ernesto, ci penso io, ti porterò lontano, al sicuro”. 
Così, scapparono prima che arrivassero di nuovo i cacciatori per raccogliere le lepri uccise.
Chi corre da solo arriva per primo, ma insieme si va più lontano.
Bamundo Anthea  
                                                                                               ID

giovedì 8 novembre 2018


Frammenti di storia
Venerdi 26 Ottobre ci siamo recati a Caserta presso la Reggia per visitare la mostra fotografica nazionale “Frammenti di storia”. La mostra ripercorre la storia d’Italia attraverso le immagini della polizia scientifica. Ci siamo ritrovati dinanzi alle foto cruciali della nostra storia dal 1903 al 2018. Ad esempio ci sono le foto dell’arresto di Sandro Pertini, dell’omicidio di Giacomo Matteotti, di Falcone e Borsellino. Oltre alla collezione fotografica, molto interessante, alla mostra era presente il Forensic Fullback che è un veicolo dotato delle più moderne tecnologie e usato per le  scene del crimine più complesse. La polizia scientifica, che proprio quest’anno compie 115 anni, è fondamentale per le indagini e grazie al lavoro dei suoi numerosi esperti, costituisce un’eccellenza al servizio dei cittadini. Oltre alle tecnologie più tradizionali, gli esperti oggi sono dotati di una serie di tecnologie ultramoderne come il teatro del crimine virtuale di cui ci ha parlato un agente accanto al Forensic Fullback. La parte che mi ha colpito maggiormente è stata la visione delle foto esposte perché penso che costituiscono uno strumento importante per la nostra memoria e sarà interessante ritrovarle nel nostro libro di storia.

Russo Alessio Michele 
III D

sabato 3 novembre 2018

4 Novembre 2018

I percorsi della memoria:

 Centenario della fine della Prima Guerra Mondiale

Festa dell'Unità d'Italia e delle Forze Armate

In occasione della commemorazione del centenario della fine della Grande Guerra, ricordiamo i sacrifici di tanti italiani che hanno sacrificato la loro vita in nome dei valori della patria e della libertà. Ricordiamo, come stabilisce l'articolo 11 della nostra Costituzione che "l'Italia ripudia la guerra come mezzo di offesa alla libertà di altri popoli e come mezzo per dirimere le controversie internazionali". L'esperienza catastrofica delle due guerre mondiali, infatti, con il suo bilancio di vittime ( morti, invalidi, feriti nel corpo e nell'animo) mostrò a tutti la necessità di un impegno per la costruzione di un mondo di pace.
Gli alunni della classe III D, nello scorso anno scolastico, si sono cimentati nella scrittura di lettere, immedesimandosi nei protagonisti della grande Guerra, mettendosi nei panni di soldati e crocerossine, uomini e donne comuni che hanno vissuto l'atrocità e la brutalità della guerra, raccontando le giornate, la paura, le emozioni, le sofferenze, la nostalgia degli affetti familiari.


martedì 30 ottobre 2018


Manifestazione "Libriamoci"


Tutte le scuole d’Italia quest’anno hanno partecipato ad un progetto, intitolato “Libriamoci 2018” che ha come scopo quello di sviluppare nei ragazzi il piacere della lettura.
Al giorno d’oggi molti ragazzi italiani leggono solo per dovere e non per il piacere della lettura e della conoscenza in sé.
“Libriamoci” allora vuole far sì che ciò non accada e far nascere in noi ragazzi l’amore per la lettura.
La Scuola Media “G.Pascoli” è una delle tante scuole italiane che ha partecipato a questa iniziativa. La scuola, in occasione di questo progetto, ha organizzato un incontro con tutti gli alunni delle classi prime con una scrittrice di Caserta, Marilena Lucente.
Per accogliere al meglio la scrittrice, le classi hanno disegnato cos’era per loro la lettura, perché è così importante e così bello leggere.
C’era chi ha disegnato una nave, chi un libro a forma di nave e chi dei fiori, ma tutti rappresentavano la bellezza della lettura a modo loro.
Gli alunni hanno anche fatto dei libricini tascabili dove hanno scritto cos’era per loro un libro ma soprattutto cosa suscitava in loro leggere. Questi poi sono stati regalati alla scrittrice.
Quando è arrivato il giorno dell’incontro, ci siamo riuniti nell’atrio della scuola per accogliere l’autrice.
Al suo arrivo, la nostra Preside ci ha parlato di lei, della necessità di leggere e del piacere che dona.
Successivamente, la parola è passata alla scrittrice, la quale, dopo aver approvato tutto quello che aveva detto la nostra Dirigente, ci ha raccontato  la storia di un libro che aveva letto e che le era piaciuto molto. Una storia di tre detenute che scrivevano una lettera ciascuna alle figlie sulle cartine delle sigarette perché non avevano fogli.
Il racconto ci ha dato un importante insegnamento : anche la minima cosa può accontentare una persona cara.
Dopo, alcuni ragazzi hanno letto un racconto di un libro che dovranno leggere durante l’anno e che insegna a non giudicare una persona solo dall’aspetto  fisico.
Alla fine hanno ringraziato la scrittrice e le hanno regalato i libri tascabili dei bambini e un mazzo di fiori.
Questo incontro mi è piaciuto molto ed ho partecipato volentieri perché amo leggere lo faccio da quando frequentavo la seconda elementare.
Leggere è per me un meraviglioso viaggio nella fantasia e mi fa compagnia quando sono solo.
Alessio Santantonio
 ID

Il giorno 26 ottobre 2018 abbiamo incontrato nella nostra scuola la scrittrice Marilena Lucente per il progetto “Libriamoci 2018”, un progetto educativo che prevede delle giornate di lettura nelle scuole d’Italia.
La scrittrice ci ha spiegato come è nata la su passione per la scrittura: una passione nata sin da quando era piccola. Infatti da bambina amava tanto scrivere fino a quando non si è trasformata in una vera passione. Ci ha raccontato alcuni episodi della sua vita che lei ha scritto nel suo libro.
Un giorno stava al mare con sua sorella e mentre giocavano con le bambole, queste ultime caddero in mare. Loro erano molto tristi perché tenevano a quelle bambole come sorelle.
Quando il loro padre si tuffò in mare per recuperare le bambole sul loro viso tornò di nuovo il sorriso.
Un’altra storia che ci ha raccontato è quella che riguarda i suoi nipotini di quando li vide salire a piedi nudi su un albero. La scrittrice descrive quei piedini così piccoli, grinzosi, spelacchiati, ma carinissimi.
Infine abbiamo fatto delle domande alla scrittrice che ci ha risposto con tanta gentilezza.
E’ stata una giornata molto bella e interessante e spero ci saranno altri incontri sui libri nel corso dell’anno scolastico.
Lagnena Asia 
I D

lunedì 15 ottobre 2018

11 Ottobre 2018 #Orangerevolution

I nostri lavori: classe III D

Tema del 2018: With Her: A Skilled GirlForce
Il 19 dicembre 2011, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato l'11 Ottobre Giornata internazionale della bambina, per riconoscere i diritti delle ragazze e le sfide uniche che le ragazze affrontano in tutto il mondo.
L'International Day of the Girl Child focalizza l'attenzione sulla necessità di affrontare le sfide che le ragazze devono affrontare e per promuovere l'emancipazione delle ragazze e il rispetto dei loro diritti umani.
Si è parlato sempre di bambine obbligate dalla famiglia a sposarsi e a subire violenze domestiche e che non hanno il diritto di avere un vita normale.
Le adolescenti hanno il diritto ad una vita sicura, istruita e sana, non solo durante questi anni formativi critici, ma anche quando maturano diventando donne. Se sostenute efficacemente durante gli anni dell'adolescenza, le ragazze hanno il potenziale per cambiare il mondo. Un investimento nella realizzazione del potere delle ragazze adolescenti conferma i loro diritti oggi e promette un futuro più equo e prospero, in cui metà dell'umanità è un partner alla pari nella risoluzione dei problemi del cambiamento climatico, dei conflitti politici, della crescita economica, della prevenzione delle malattie e nell'impegno per la sostenibilità globale.
Negli ultimi 15 anni, la comunità globale ha compiuto progressi significativi nel miglioramento della vita delle ragazze durante la prima infanzia. Dal 2015, le ragazze nel primo decennio di vita hanno avuto maggiori probabilità di iscriversi alla scuola primaria, ricevere vaccinazioni e hanno avuto meno probabilità di soffrire di problemi di salute e nutrizione rispetto alle generazioni precedenti. Tuttavia, vi sono stati investimenti insufficienti nell' iniziare  le sfide che le ragazze devono affrontare quando entrano nella seconda decade della loro vita. Ciò include l'ottenimento di un'istruzione secondaria e superiore di qualità, la prevenzione del matrimonio infantile, la ricezione di informazioni e servizi relativi alla pubertà e alla salute riproduttiva e la protezione da gravidanze indesiderate, malattie sessualmente trasmesse e violenze di genere. La strada è ancora lunga ma passo dopo passo si può migliorare.

 Classe III D



Giornata Europea delle lingue



Il Consiglio d’Europa ha istituito per il 26 settembre la giornata europea delle lingue. In tutta Europa infatti, vengono organizzati molteplici eventi in occasione della giornata, eventi per bambini, programmi televisivi e in radio, conferenze. 
Ma riflettiamo…Qual è l’importanza del linguaggio verbale?Sicuramente la prima cosa da dire è che  il linguaggio è una caratteristica di ogni essere vivente.Anche gli animali comunicano tra di loro e trasmettono segnali a noi umani.
Poi abbiamo il linguaggio verbale che è una caratteristica solo dell’essere umano. Al mondo esistono tante lingue diverse, ma non possiamo sicuramente dire che una sia più importante di un’altra, semplicemente può essere più diffusa. Successivamente aggiungerei che tutte hanno la stessa funzione, ovvero quella di rispondere al bisogno umano per comunicare. Quest’ultima parola è molto importante e utile per l’essere umano e soprattutto possiamo farlo in tanti modi. Il modo universale per comunicare sono i gesti, che possono avere delle piccole variazioni tra le varie culture, ma sono sempre simili, spesso universalmente riconosciuti. Un altro modo per comunicare sono i suoni, per esempio, il pianto di un neonato ha lo scopo di farci capire che ha bisogno di qualcosa, come del cibo, dell’acqua,di affetto…
Ma andiamo nei dettagli; a cosa serve realmente la lingua? 
La lingua serve a trasformare i pensieri in parole. Facendo un esempio molto elementare, è come quando siamo ad un’interrogazione e pensiamo alla risposta della domanda che ci viene posta. Una volta fatto ciò diciamo al professore il nostro pensiero e lui ci dice se è corretto o meno. La lingua ci serve per comunicare idee, pensieri…Ciò è molto importante quando facciamo un lavoro di gruppo; quindi serve a saper parlare ed esprimere le nostre opinioni. La lingua serve anche a esprimere sentimenti,emozioni.
Adesso ho deciso di aggiungere qualche curiosità al testo…E’ incredibile, ma nella sola Londra si parlano 300 lingue diverse. Il 56% dei cittadini europei parla una lingua diversa dalla propria lingua madre, il 28% padroneggia due lingue straniere, il 38% sa l'inglese, il 14% sa il francese o il tedesco. Il tipico europeo che parla più lingue è uno studente, un manager o è nato in un paese la cui lingua è diversa da quella dei genitori. Vorrei adesso esprimere una mia riflessione finale: penso che questa giornata sia molto importante e bella con tutti gli eventi che vengono realizzati per cogliere l’occasione di radunare le persone e far scoprire nuove lingue e raccontare storie. Ma soprattutto per far capire che la lingua di un determinato paese narra tutta la sua cultura, le sue tradizioni, insomma il suo passato.
Volevo infine citare la frase di George Stainer che dice: 
Quando una lingua muore, il modo di intendere il mondo, il modo di guardare il mondo, muore insieme ad essa”.
Scialla Claudia 
III D


sabato 9 giugno 2018

Che cosa resta di un anno scolastico


Che cosa resta di un anno scolastico? Ci vuole coraggio per certe domande.
Riassumere in poche battute quello che accade nel vorticoso spazio di 200 giorni è impossibile. Basta un anno scolastico perché ogni studente e ogni docente abbia materia sufficiente per uno o due romanzi. Credo sia la scuola ad avermi costretto a diventare scrittore, altrimenti sarei rimasto schiacciato da tutte le storie che ogni anno mi capita di attraversare, vivere, sfiorare. Scrivere è usare una rete da pesca: ha la sua paradossale forza nei buchi, che lasciano passare l’ovvio della vita, e nei nodi, che trattengono ciò che si nasconde e sfugge sempre. Provo a tirare su le reti: dopo un anno che cosa resta?
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Gli eventi ci impastano e dentro di noi siamo alla ricerca del centro che non siamo disposti a negoziare con niente e nessuno, il lievito che, nel mutare continuo delle circostanze, ci permette di dare ampio consenso alla vita senza esserne vittime. È così a 35 anni, figuriamoci tra i 14 e i 18. Ogni anno è una vita in miniatura a quell’età, e quei 200 giorni un’esistenza in carne viva come è la pelle dell’adolescenza, durante la quale il mutamento è la regola e il rifiutare il mondo il suo corollario. Che cosa posso mai accettare, se non riesco ad accettare chi sono neanche per un giorno?

Per questo scrivo di ragazzi nelle mie storie. Il verbo latino adolescere viene da una radice che indica il “portare a compimento qualcosa” e il participio passato di questo verbo latino è adultus. Per diventare adulti bisogna “adolescere” bene. Da adulti poi bisognerebbe mantenere ciò per cui l’adolescenza è fatta: trovare per che cosa valga la pena giocarsi la vita futura, senza compromessi, con quella fame di verità, bellezza e autenticità che è la costante delle centinaia di ragazzi che ho incontrato in questi anni a diverse latitudini del nostro Paese.

Quando ci decideremo a rinnovare il paradigma che interpreta le età della vita come compartimenti stagni da superare e chiudersi alle spalle? Quando cominceremo a raccontare la vita come continuum in cui le età si mescolano continuamente e ritornano, soprattutto quando alcune fasi sono state trascurate? Solo così trasformeremo l’adolescenza da una malattia ad una possibilità, l’adolescente da oggetto da risolvere a soggetto capace di creare. Ma questa è un’altra storia.

Che cosa resta di quest’anno? Voti? Interrogazioni? Compiti? Programmi? Scartoffie? Note? Tutto questo lo laveranno via le prime settimane di vacanze. Quello che resta è invece la solita umile, usata, difficilissima arte di vivere: quanto sono cresciuto nell’amore ai miei colleghi e ai miei studenti?

Purtroppo non ha memoria la vita se non dell’amore declinato nelle sue molteplici e quotidianissime forme: quanto tempo dedicato a quella lezione per raccontarla proprio a quegli studenti, diversi da quelli dell’anno prima? Quanto tempo trascorso con un collega in cerca di strategie migliori per la la loro crescita? Quanto tempo dedicato al quaderno con una pagina per ogni alunno con su scritti i punti forti e i punti deboli, per aiutarlo a superare i secondi grazie ai primi? Quanto tempo speso con ragazzi al di fuori dall’ora di lezione? E quanto tempo perso a sparlare e demolire?

Qualche giorno fa, in un momento di sconforto burocratico, ho formulato una legge: somma il numero di ore impiegate a parlare dei e con i ragazzi, sottrai il numero di ore dedicate a compilare carte e registri. Il risultato, spesso purtroppo negativo, è la scuola italiana.
E che cosa resterà di una scuola così? Quelle riunioni, quelle scartoffie? Non credo, nessuno vive e lavora per queste cose. Resteranno le vite dei ragazzi e le nostre, mutate e maturate con le loro, per un più pieno compimento nostro e loro.

Spesso ho sentito dire da alcuni colleghi che noi siamo seminatori di dubbi. Io preferisco dire seminatori di domande. Ma prima dobbiamo trovare il coraggio di porle a noi stessi: che cosa resta di quest’anno?
Alessandro D'Avenia
La Stampa, 14 giugno 2012

martedì 29 maggio 2018

Amore.
Ognuno di noi ha la propria visione dell’amore, ognuno di noi lo vive in modo diverso.
Il concetto alla base però è sempre quello, esiste lui di fondo. Esistono tanti modi di amare, esistono tante forme dell’amore. 
Siamo esseri umani e sì, ci innamoriamo, perché è questo che ci tiene vivi, un po’ più pieni.
L’amore non ha alcun tipo d vincolo o di regola, nessuno schema reimpostato.
La società, però, lo impone. Appena nasciamo veniamo classificati come esseri eterosessuali, sottomessi ad una condizione alle volte non vera per noi, ci mostrano solo quell’aspetto dell’amore oltre il quale non si può andare, oltre il quale non esiste tolleranza. 
E forse, è proprio questo il punto, la non accettazione di una realtà, perché la comunità ci illude che ogni cosa che varca il limite stereotipato della ‘normalità’, viene considerata sbagliata, inaccettabile.
È necessario lavorare sulla chiusura mentale delle persone, perché così non va, non si può essere incerti su quella che è, alla fine, solo una scelta.
Si, ecco, si tratta anche di libertà di scelta, essere liberi di esprimere se stessi per come si è senza nascondersi, fino a reprimere il proprio orientamento sessuale.
Ognuno di noi merita di poter essere, di poter amare, senza doversi curare di nulla, se non della propria felicità.
Non esiste cura per ciò che non è malattia, eppure, non molto tempo fa, l’omosessualità veniva classificata tale, in effetti, solo il 17 maggio del 1990, è stata rimossa dalla lista delle malattie mentali, da questo, nasce la giornata mondiale contro l’omo-bi-trans-fobia.
È questo che mi fa riflettere, il fatto che addirittura esista una giornata contro quella che è, contrariamente a molti, una discriminazione e non una opinione.
Perché le opinioni, pur contrastanti, nella maggior parte dei casi lasciano –o almeno, dovrebbero lasciare- libertà in qualsiasi caso, di prendere una delle due parti senza disturbare l’altra.
Io mi chiedo,però, come si faccia a prendere le difese di una discriminazione, sebbene io sia consapevole che l’omosessualità in sé non rientri in alcun ambito religioso o scientifico, sebbene sia  di per sé “contro natura”, non si può evitare di quantomeno tollerare una naturale tendenza dell’essere umano.
Appunto per questo, perché si parla di umani, di diritti umani, persone uguali a tutti, alla base di tutto dovrebbe esserci tolleranza, ma ancor di più, semplicemente rispetto.
Ma nonostante tutto, questo rispetto continua a non esserci. L’omosessualità, difatti, è diventata questione politica, in cui, purtroppo, ci sono ancora persone anche di una certa rilevanza nella società che non riescono ad accettare tale variante sessuale e addirittura si battono al fine di contrastare i diritti civili degli omosessuali, tra cui soprattutto l’unione civile. 
Su questo, si incentra quindi il mio pensiero: dov’è la differenza? Essendo consapevoli che ognuno di noi possiede libertà, in grado di poter decidere per se stesso, padrone della sua vita, che ami un uomo o una donna, dov’è la differenza?
L’unica cosa che, in realtà, divide l’eterosessuale dall’omosessuale è solo un suffisso, dato che non può, un orientamento, cambiare l’essenza di una persona.
L’omosessualità, però, al giorno d’oggi risuona come un rischio, un pericolo, perché la comunità di fronte al “diverso” chiude le porte, emargina.
Il nostro compito, in quanto nuova generazione, è quello di aprirle, invece, le porte, perché l’omosessualità non ha colpe e non necessita di giustificazioni, non è svantaggiata e deve avere tutti i diritti dell’eterosessuale, dal primo all’ultimo.
Perché è di libertà che stiamo parlando, ed essa va data a tutti in egual modo, senza distinzione di etnia, religione, posizione sociale, e, appunto, orientamento sessuale.