martedì 29 maggio 2018

Amore.
Ognuno di noi ha la propria visione dell’amore, ognuno di noi lo vive in modo diverso.
Il concetto alla base però è sempre quello, esiste lui di fondo. Esistono tanti modi di amare, esistono tante forme dell’amore. 
Siamo esseri umani e sì, ci innamoriamo, perché è questo che ci tiene vivi, un po’ più pieni.
L’amore non ha alcun tipo d vincolo o di regola, nessuno schema reimpostato.
La società, però, lo impone. Appena nasciamo veniamo classificati come esseri eterosessuali, sottomessi ad una condizione alle volte non vera per noi, ci mostrano solo quell’aspetto dell’amore oltre il quale non si può andare, oltre il quale non esiste tolleranza. 
E forse, è proprio questo il punto, la non accettazione di una realtà, perché la comunità ci illude che ogni cosa che varca il limite stereotipato della ‘normalità’, viene considerata sbagliata, inaccettabile.
È necessario lavorare sulla chiusura mentale delle persone, perché così non va, non si può essere incerti su quella che è, alla fine, solo una scelta.
Si, ecco, si tratta anche di libertà di scelta, essere liberi di esprimere se stessi per come si è senza nascondersi, fino a reprimere il proprio orientamento sessuale.
Ognuno di noi merita di poter essere, di poter amare, senza doversi curare di nulla, se non della propria felicità.
Non esiste cura per ciò che non è malattia, eppure, non molto tempo fa, l’omosessualità veniva classificata tale, in effetti, solo il 17 maggio del 1990, è stata rimossa dalla lista delle malattie mentali, da questo, nasce la giornata mondiale contro l’omo-bi-trans-fobia.
È questo che mi fa riflettere, il fatto che addirittura esista una giornata contro quella che è, contrariamente a molti, una discriminazione e non una opinione.
Perché le opinioni, pur contrastanti, nella maggior parte dei casi lasciano –o almeno, dovrebbero lasciare- libertà in qualsiasi caso, di prendere una delle due parti senza disturbare l’altra.
Io mi chiedo,però, come si faccia a prendere le difese di una discriminazione, sebbene io sia consapevole che l’omosessualità in sé non rientri in alcun ambito religioso o scientifico, sebbene sia  di per sé “contro natura”, non si può evitare di quantomeno tollerare una naturale tendenza dell’essere umano.
Appunto per questo, perché si parla di umani, di diritti umani, persone uguali a tutti, alla base di tutto dovrebbe esserci tolleranza, ma ancor di più, semplicemente rispetto.
Ma nonostante tutto, questo rispetto continua a non esserci. L’omosessualità, difatti, è diventata questione politica, in cui, purtroppo, ci sono ancora persone anche di una certa rilevanza nella società che non riescono ad accettare tale variante sessuale e addirittura si battono al fine di contrastare i diritti civili degli omosessuali, tra cui soprattutto l’unione civile. 
Su questo, si incentra quindi il mio pensiero: dov’è la differenza? Essendo consapevoli che ognuno di noi possiede libertà, in grado di poter decidere per se stesso, padrone della sua vita, che ami un uomo o una donna, dov’è la differenza?
L’unica cosa che, in realtà, divide l’eterosessuale dall’omosessuale è solo un suffisso, dato che non può, un orientamento, cambiare l’essenza di una persona.
L’omosessualità, però, al giorno d’oggi risuona come un rischio, un pericolo, perché la comunità di fronte al “diverso” chiude le porte, emargina.
Il nostro compito, in quanto nuova generazione, è quello di aprirle, invece, le porte, perché l’omosessualità non ha colpe e non necessita di giustificazioni, non è svantaggiata e deve avere tutti i diritti dell’eterosessuale, dal primo all’ultimo.
Perché è di libertà che stiamo parlando, ed essa va data a tutti in egual modo, senza distinzione di etnia, religione, posizione sociale, e, appunto, orientamento sessuale.