sabato 19 maggio 2018


La vita di un albero cittadino

Era sempre stata la solita routine: mi svegliavo, producevo ossigeno di giorno e di notte, quando mi addormentavo, espellevo l’anidride carbonica. Così fino a una settimana fa, quando la mia vita è totalmente cambiata.  Ero  in un parco che aiutavo la gente della mia città producendo ossigeno, ero felice, con i miei amici, ma poi tutto è cambiato, la mia città è cambiata: ogni giorno si costruivano nuovi edifici , l’aria diventava grigia e irrespirabile.

Dopo poco tempo è diventato tutto grigio: mi manca il mio parco verde, i bambini che giocano, e invece adesso sono solo, le mie radici sono bloccate nel cemento, i bambini rinchiusi in casa a giocare con i computer e i cellulare, e il mio parco è diventato una discarica e lo scarico delle macchine continua a non farmi respirare. Poi ho capito che quegli edifici che vedevo erano delle industrie  che con i loro fumi mi avvelenavano. Non ne potevo più di quella situazione ma non potevo rimediare, ormai quella era la mia routine, mi ci dovevo abituare per forza, anche se non volevo, sono l’unico che sopporta ancora quella situazione ma non ancora per molto. 

Voglio solo dire che l’ inquinamento è una cosa seria e per combatterlo bisogna stare attenti a quello che si fa  per esempio diminuite l’uso della macchina e diminuite le industrie perché la terra è un dono prezioso e va tenuto bene.

Parisi Alessandra
Izzo Alessandra
II D