Leggere, perché? Perché leggere un’altra storia? Parole che
non ci riguardano?
Io leggo, perché per me le parole vanno catturate, va
catturato un pensiero in volo, va catturato un pezzetto di vita prima di
lasciarselo scappare via. E tutte le parole, tutti i pensieri e anche i
pezzetti di vita sono rinchiusi lì, in un libro. Ci sono tanti libri di ogni
tipo, ci sono quelli che dopo un po’ dimentichi perché sono troppo bambineschi
e poi magari un giorno li rileggi e scopri che quel libro andava oltre il
racconto, ci sono quelli che ti fanno emozionare per un’avventura, un amore, e
magari torni anche bambino, ci sono quelli che ti incidono fin sotto la pelle,
quelli che vivi ogni giorno e si ripercuotono nella testa, quelli che li rileggi
mille volte e alla fine ti danno sempre la stessa emozione, ti regalano un
viaggio in mondi diversi. Perché con i libri ci puoi viaggiare, puoi guardarti
allo specchio e ritrovarti nelle storie, per un po’ di tempo puoi volare via da
questa realtà rimanendo apparentemente seduto, puoi sfogliare i pensieri di
qualcun altro e riscoprire i tuoi, puoi vivere una vita diversa nascosta tra
mille parole e una copertina.
In un libro ti ci rifugi da tutto, anche dal male, una casa
che puoi trovare ovunque.
Almeno secondo me i libri vanno letti a istinto, vanno
vissuti, per non dimenticarli, per fissarli, per guardarli, rimanere al nero su
bianco e stupirsi di quello, di quell’ inchiostro che forma parole e va volando
verso il cielo, alla ricerca di qualcuno che le prenda e voli con loro.
E io forse non ci credo ai libri letti su internet, da un
cellulare, da un computer, da un tablet, per me i libri sono perfetti così, li
leggiamo per sfogliarli, girare le pagine, accarezzare la copertina,
sottolineare quello che ci ha dato qualcosa, sono stati fatti per rimanere
sopra un divano con una candela e con un libro, per addormentarci con loro, per
scoprirne la profondità che dietro uno schermo appare piatta, priva di quello
che veramente è, toglie l’emozione dell’avventura del lettore, quella di
sciogliersi in un libro, la possibilità di scavalcare i muri dell’indifferenza,
senza armi ma con le parole.
I libri vanno toccati, riletti, assaporati per la loro forma
perfetta, da sistemare in uno scaffale e andarli a riprendere quando serve,
perché un libro può segnarci, uno schermo è fatto per l’oblio, non darà mai la
stessa emozione.
E parlo da dodicenne, i miei genitori non mi hanno mai
forzato a leggere, neanche i miei familiari, perché gli adulti si fermano alla
realtà e non riescono ad immaginare, si fermano al telegiornale, alla politica,
al lavoro e al mondo che gira nel verso sbagliato, si annoiano a leggere,
perché per loro il dovere è semplicemente il quotidiano, ma anche riscoprirsi è
un dovere, anche ascoltare è un dovere, e leggere non è un dovere, forse un
piacere, che può andare anche oltre alo benessere fisico, alle riviste che
dicono ‘leggere sei minuti al giorno migliora la salute’. No, non migliora solo
la salute, ma sviluppa il pensiero, sviluppa le emozioni nascoste, i libri non
sono medicine, sono soluzione, un miscuglio tra realtà e fantasia che può dare
qualcosa di magnifico. Parlo da ragazzina delle medie circondata da videogiochi
e coetanei che vivono dello schermo e a me capita di non capirlo il loro mondo,
mi capita di non capire perché dovrebbe essere meglio fotografare un tramonto e
condividerlo ovunque, quando il tramonto puoi vivertelo, puoi vivere i colori e
magari scriverli, leggerli, trasportarli con te senza il bisogno di farlo
vedere a tutti. E mi è capitato di non sentirmi alla pari, perché preferisco
dei libri a una console, perché diminuiscono le persone che leggono, non c’è
più stupore, ma io ho trovato il giusto mezzo fra i due, divertendomi con la
mia vita da adolescente e continuando a trasportare le parole dentro di me,
continuando a leggere e a scrivere, cose abitudinarie, ma che hanno vita loro,
che mi danno ancora tante emozioni e non smetteranno di farlo, perché credo
ancora nel sogno di un mondo che sa stupirsi, che ha la capacità di andare
oltre e riscoprire, attraverso un libro, una frase, quello che ci circonda, la
vita che è un raggio di sole, l’Universo pieno di parole di anime che credono
che si può andare oltre le barriere.
Ferrante Viviane
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