venerdì 24 marzo 2017

Maltrattamento infantile
 Violenza sui minori ed il caso Fritzl...
“Tutte le forme di maltrattamento fisico e/o emotivo, abuso sessuale, incuria o trattamento negligente (…) provocano un danno reale o potenziale alla salute, alla sopravvivenza, allo sviluppo o alla dignità del bambino, nell’ambito di una relazione di responsabilità, fiducia o potere.”.
Ѐ questo che afferma l’Organizzazione Mondiale della Sanità spiegandoci in modo semplice e raccapricciante uno dei problemi più ricorrenti attualmente: LA VIOLENZA SUI MINORI.
Bisogna dire, però, che ciò non è solo un maltrattamento fisico, ma soprattutto psicologico: il genitore tende sempre di più ad isolare il minore, a minacciarlo verbalmente e ad annientare la sua autostima. I rischi per il bambino, sono gravi, quali: disturbi di alimentazione, dipendenze da  droghe ed alcool etilico, difficoltà di apprendimento, depressione, difficoltà nei rapporti sociali, prostituzione e delinquenza.                                                                                                                          
Ma chi compie queste atrocità? L’orribile caso Fritzl ce lo fa capire.
“Nel 1982 avevo solo 16 anni ed ero riuscita a fuggire di casa. Lui mi stuprava già da molto tempo… Giunsi all’autogrill Stenberg e grazie ad una famiglia generosa arrivai a Vienna. Dopo due settimane la
polizia mi trovò alla stazione… Supplicai gli agenti di non riconsegnarmi a mio padre. Dissi loro che se fossi tornata da lui per me sarebbe finita. Ma non ci fu nulla da fare…”
Ѐ questo che dice Elizabeth Fritzl, introducendo uno dei casi più brutali della storia.
L’orrore ha inizio il 28 agosto 1984 ad Amstetten, una cittadina austriaca; quel giorno Josef Fritzl e la moglie Rosemarie denunciano la fuga della figlia di 18 anni. In realtà Elizabeth è rinchiusa in un bunker nel seminterrato di casa sua, nel quale rimarrà prigioniera per ben 24 anni. Durante questi terribili anni Elizabeth partorirà sette figli, dovuti ai continui stupri del padre.
Uno di loro morirà a pochi mesi di vita ed il padre, per liberarsi del corpo, lo brucerà nella caldaia di casa. Oggi ad Elizabeth è stata data una casa ed una famiglia felice, nonostante il suo terribile passato.
Ma per evitare queste tragedie, nel 1979, Ida Borletti fonda il CAF (Centro Aiuto Minori e Famiglie), che è una delle tante associazioni che mostrano uno spiraglio di luce in un tunnel completamente buio.


Lara Bottone
Adriana Rossetti