NON E' MAI TROPPO TARDI
PER INIZIARE A SCRIVERE
Una penna e un foglio.
Oggetti semplici, che troviamo sul tavolo
della cucina , sulla libreria del salotto, nel cassetto della nostra camera.
Strumenti quotidiani, che riescono a diventare
strumenti di vita.
Le
giornate scorrono, la vita passa veloce e i secondi, i minuti, le ore volano
rapidamente. Il sole, il vento, la pioggia: arrivano e passano proprio come
noi, come le nostre emozioni, le nostre parole. Eppure c’è un posto in cui è
possibile fermarli, bloccarli e farli vivere ancora per un po’, non lasciarci
scappare quel sole, quella pioggia, quel pensiero. È il posto preferito dalle
persone che non perdono tempo, che amano e capiscono quanto la vita valga la
pena. È il posto tra un foglio e una penna, nella parte di mezzo in cui ci si
rifugia per studiare, analizzare, riflettere.
Scrivere è non lasciare far scappare via
il proprio essere.
È stato così per una donna giapponese, Shibata Toyo, che, a 92 anni, l’ ha capito.
Dopo aver vissuto la sua vita ha cercato,
forse, di fermare il tempo e di osservarne i particolari.
Nelle sue poesie si legge una nota
diversa. Una saggezza di altri tempi, l’ attenzione alle cose piccole, un
andare contro la superficialità.
Non
è mai troppo tardi.
Mai, se si tratta di migliorare, capire e
crescere. Perché scrivere è questo: abbattere i muri, provare le novità,
sperimentare il nuovo. Anche dopo tanti anni di vita, riuscire a farsi
sorprendere dalle cose genuine e semplici.
non ti senti
sola?
Mi chiedono il
vento e i raggi del sole.
Rispondo loro
che in fondo al proprio cuore
Gli esseri umani sono sempre soli.”
In questa strofa l’ autrice parla con il
vento e i raggi del sole.
Un dialogo con chi ha vissuto più di lei,
chi “vive” da sempre. La solitudine spaventa, soprattutto in tarda età; eppure
ognuno di noi è solo, con la propria persona a fare i conti con la vita.
“Perché pensavo
Che il mondo di
oggi
Fosse sbagliato,
e che dovessi
correggerlo io.
Però alla fine
ho tirato un sospiro
E mi sono limitata
a ridere.”
Ci sarebbe ancora la voglia di cambiare il
mondo, ma è come se il mondo non le appartenesse più: è così diverso da quello
già vissuto, è mancante di purezza, di sincerità.
Porta a mettersi in disparte, a
considerarsi uno strumento di cambiamento ormai vecchio per andare ancora bene.
Si lascia fare al nuovo, limitandosi, con
una discrezione di altri tempi, a ridere.
Russo Clara Maria Francesca
Tedesco Lavinia