venerdì 3 marzo 2017

NON E' MAI TROPPO TARDI PER INIZIARE A SCRIVERE

Una penna e un foglio.
Oggetti semplici, che troviamo sul tavolo della cucina , sulla libreria del salotto, nel cassetto della nostra camera.
Strumenti quotidiani, che riescono a diventare strumenti di vita.
 Le giornate scorrono, la vita passa veloce e i secondi, i minuti, le ore volano rapidamente. Il sole, il vento, la pioggia: arrivano e passano proprio come noi, come le nostre emozioni, le nostre parole. Eppure c’è un posto in cui è possibile fermarli, bloccarli e farli vivere ancora per un po’, non lasciarci scappare quel sole, quella pioggia, quel pensiero. È il posto preferito dalle persone che non perdono tempo, che amano e capiscono quanto la vita valga la pena. È il posto tra un foglio e una penna, nella parte di mezzo in cui ci si rifugia per studiare, analizzare, riflettere.
Scrivere è non lasciare far scappare via il proprio essere.
È stato così per una donna giapponese, Shibata Toyo, che, a 92 anni, l’ ha capito.
Dopo aver vissuto la sua vita ha cercato, forse, di fermare il tempo e di osservarne i particolari.
Nelle sue poesie si legge una nota diversa. Una saggezza di altri tempi, l’ attenzione alle cose piccole, un andare contro la superficialità.
 Non è mai troppo tardi.
Mai, se si tratta di migliorare, capire e crescere. Perché scrivere è questo: abbattere i muri, provare le novità, sperimentare il nuovo. Anche dopo tanti anni di vita, riuscire a farsi sorprendere dalle cose genuine e semplici.

Vecchietta,
non ti senti sola?
Mi chiedono il vento e i raggi del sole.
Rispondo loro che in fondo al proprio cuore
 Gli esseri umani sono sempre soli.”
In questa strofa l’ autrice parla con il vento e i raggi del sole.
Un dialogo con chi ha vissuto più di lei, chi “vive” da sempre. La solitudine spaventa, soprattutto in tarda età; eppure ognuno di noi è solo, con la propria persona a fare i conti con la vita.
“Perché pensavo
Che il mondo di oggi
Fosse sbagliato,
e che dovessi
correggerlo io.
Però alla fine ho tirato un sospiro
E mi sono limitata a ridere.”
Ci sarebbe ancora la voglia di cambiare il mondo, ma è come se il mondo non le appartenesse più: è così diverso da quello già vissuto, è mancante di purezza, di sincerità.
Porta a mettersi in disparte, a considerarsi uno strumento di cambiamento ormai vecchio per andare ancora bene.

Si lascia fare al nuovo, limitandosi, con una discrezione di altri tempi, a ridere.

Russo Clara Maria Francesca
Tedesco Lavinia